- Decameron Libero
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Un bouquet de belles fleurs envoyé d’Italie par Gloria Santoni qui aime et sait le dire...
EMME #1
Non ti sto chiedendo di amarmi,
ma di lasciarti amare.
Di naufragare nel vuoto del mio petto,
che finora ha conosciuto
la più amara aridità.
Non ti sto chiedendo di scegliere,
ma di lasciarti scegliere.
Di farti cullare dalle mie parole nuove,
celate fino ad ora nel triste ammonimento
di ciò che non poteva trasparire.
Non ti sto chiedendo di essere,
ma di lasciarmi essere.
La persona serena che ti dia una tregua,
la persona presente che ti porti lontano,
la persona assente che possa mancarti.
Non ti sto chiedendo nulla.
Sono solo creta secca,
sulla tua mano aperta,
pronta ad essere sgretolata.
Ma tu non serri il pugno,
non mi rendi polvere;
mi tieni immobile e
mi lasci vivere, in attesa.
Non ti sto chiedendo nulla, ormai.
Ma se chiedessi, non chiuderesti
la tua mano. Mai.
EMME #2
La sua bocca sulle mie labbra aride
è arrivata come un colpo attutito,
quasi fosse un ricordo lontano
che apparteneva ad altri, non a me.
Che mi avrebbe fesso però pensando
al passato e ai suoi eventi confusi,
che invece m’ha lasciato un alone
di tenerezza e tristezza insieme,
al presente del ricongiungimento
con me stessa e nulla più.
Ho amato, amo e amerò sempre
la sensazione del suo respiro
che si incontra con il mio a fatica.
Il nostro trattenersi all’unione,
il nostro doversi arrendere poi.
Eppure non posso fare a meno,
adesso, di negarne il bisogno
e l’occorrenza, perché non voglio più,
perché non posso, non devo e so che
prescindo da lui, non più da me stessa.
EMME #3
Non conosco l’ordinario,
né l’abitudine costante,
della tua esistenza accompagnata dalla mia.
Conosco la tua presenza, fugace;
le tue assenze, prolungate,
che mi privano ogni volta
dello scorrere fluido dei miei pensieri.
Conosco il tuo odore, dolce;
le pieghe intorno ai tuoi occhi,
i tuoi capelli macchiati di bianco;
e il suono del tuo ansimare al mio orecchio.
Non conosco la quotidianità
di una vita che condividi
con la mia, se non in momenti
rari, rarefatti, effimeri ed eterni.
Non conosco nemmeno me
fino in fondo, non riesco
ad esplorare quello che mi riguarda.
Conosco però te in quel che mi somiglia,
in quello che non ho e mi completa;
conosco te e questo basta.
ESTATE
Ancora ho visto non tante lucciole.
Girovagando nella notte, insieme
alla mia solitudine, ho pensato
spesso a loro, anime ambivalenti,
in bilico tra baratro e speranza,
dicotomia di buio e luce.
Le ho invidiate, loro che vagano,
e perché hanno vita breve, senza
saper di valer qualche spiccio.
Ma pur sempre per qualcuno valgono,
mentre io, qual è il mio valore, non so.
Non so nemmeno se un valore ce l’ho,
se qualcuno un ruolo me l’ha dato.
Se posso essere lucciola o seppure
il buio che l’avvolge nella sua intermittenza.
Je pensais en français…
C’est quoi ?
La mélancolie qui m’afflige,
la tristesse, l’ennui peut-être ?
C’est l’attente, seulement l’attente.
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